sport

« Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget. »
(Johan Cruijff[1])
Un’azione di gioco.Il calcio è uno sport di squadra nel quale si affrontano due squadre composte ciascuna da undici giocatori usando un pallone sferico all’interno di un campo di gioco rettangolare con due porte. Il gioco è regolamentato da una serie di norme codificate e il suo obiettivo è quello di segnare più punti (detti gol o reti) dell’avversario, facendo passare il pallone fra i pali della porta avversaria.

È sport olimpico dalla II Olimpiade moderna e la semplicità delle sue regole, il fatto che non richieda attrezzature speciali e l’estrema adattabilità a ogni situazione lo hanno reso uno sport popolarissimo, praticato in tutto il mondo.[2]

Di origine arcaica, la sua affermazione moderna e codificata si ebbe in Inghilterra, nella seconda metà del XIX secolo e da allora si diffuse dapprima nel resto d’Europa e in Sud America e poi in tutto il mondo.

La competizione calcistica più importante è il Campionato mondiale di calcio, che si disputa ogni quattro anni sotto l’egida della FIFA, il massimo organismo calcistico mondiale. Si tratta dell’evento sportivo più seguito in assoluto.[3][4][5][6]

Indice [nascondi]
1 Storia del calcio
2 Regole
2.1 Scopo del gioco
2.2 Il terreno di gioco
2.3 Il pallone
2.4 Giocatori ed equipaggiamento
2.5 Direttori di gara
2.6 Durata del gioco
2.7 Pallone in gioco e non in gioco
2.8 Inizio e ripresa del gioco
2.9 Fuorigioco
2.10 Falli, scorrettezze e sanzioni disciplinari
2.11 Determinazione della squadra vincitrice
3 Ruoli, moduli e schemi di gioco
4 Organi di governo
4.1 Governo calcistico a livello mondiale
4.2 Governo calcistico a livello continentale
4.3 Governo calcistico a livello nazionale
4.4 NF-Board
5 Competizioni
5.1 Competizioni per club
5.1.1 Competizioni nazionali
5.1.2 Competizioni internazionali
5.2 Competizioni tra nazioni
6 Squadre di calcio nazionali
7 Varianti del calcio
7.1 Calcio a 5
7.2 Calcio a 8
7.3 Beach soccer
7.4 Showbol
7.5 Calcio per disabili
7.6 Altre varianti
8 Il calcio nel cinema
9 Note
10 Bibliografia
11 Voci correlate
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni
13.1 Regolamenti
13.2 Federazioni

Storia del calcio [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Storia del calcio e Calcio in costume.

Il primo antenato conosciuto del calcio fu il cuju, del quale si hanno tracce fin dal XXV secolo a.C.[7] L’antenato più simile al calcio attuale fu il cinese Tsu-Chu (palla spinta con il piede), nel quale si doveva calciare una palla, riempita con piume e capelli, tra due canne di bambù: la porta non superava i 30-40 cm di larghezza.[7] Circa 500 o 600 anni dopo, in Giappone si giocava il kemari (tuttora praticato), nel quale l’obiettivo dei giocatori, disposti in cerchio, era di non far toccare la palla in terra.[7]

Il calcio storico di FirenzeNella Grecia del IV secolo a.C. si giocava l’episciro (dal greco episkyros); nella successiva epoca Romana prese il nome di harpastum, nel quale due fazioni dovevano portare una palla oltre la linea di fondo avversaria e nel quale prevaleva l’aspetto antagonistico e fisico rispetto a quello puramente agonistico.[7] I riferimenti successivi si trovano 700 anni dopo nel Medioevo, in Italia, dove venne probabilmente abbozzato il gioco del calcio attuale (anche se con caratteristiche più simili al rugby) e chiamato Calcio in costume o fiorentino. Nelle isole britanniche questo sport antenato del calcio, portato dai conquistatori romani, incontrò diverse opposizioni: nel 1314 il podestà di Londra lo dichiarò fuorilegge,[8] durante la Guerra dei cent’anni fu vietato a favore del tiro con l’arco; venne successivamente osteggiato da parte dei Puritani nel XVI secolo che lo consideravano “frivolo”.[8] Lo sport rimase comunque praticato e non fu mai soppresso del tutto, finché non venne depenalizzato nel 1835 con il cosidetto Highway Act, che vietò il gioco nelle strade pubbliche ma lo rese possibile negli spazi chiusi.[9]

La patria del calcio moderno fu quindi l’Inghilterra, e in particolare, i college britannici. Il calcio nacque infatti come sport d’élite: il football fu inizialmente praticato dai giovani delle scuole più ricche e delle università.[10] Le classi erano sempre composte da dieci alunni, e a questi si aggiungeva il maestro che giocava sempre insieme a loro: nacque così la consuetudine di giocare in undici. Il “capitano” di una squadra di calcio è quindi una sorta di discendente del maestro che, in quanto tale, dirigeva la sua classe di alunni.[10] Le diverse scuole britanniche giocavano ognuna secondo le loro regole, spesso basilarmente diverse. Nel 1848, all’Università di Cambridge, H. de Winton e J.C. Thring, proposero e ottennero di fare una riunione con altri undici rappresentanti delle varie scuole e club inglesi (tra i quali Eton, Harrow, Rugby, Winchester e Shrewsbury) per trovare un punto d’incontro. La riunione durò otto ore e produsse un importante risultato: vennero infatti stilate le prime basilari regole del calcio, dette anche Regole di Cambrigde.[11]

Una fase di gioco fra atleti dell’epoca pionieristica – Museo della Storia del Genoa, GenovaIl 24 ottobre 1857 a Sheffield, Nathaniel Creswick fondò la prima squadra di calcio della storia: lo Sheffield FC. Ma il contributo di Creswick al gioco del calcio non si fermò qui: insieme a William Prest scrisse nel 1858 le Sheffield Rules (Regole di Sheffield), che si andavano ad aggiungere a quelle precedenti ed introducevano nel gioco regole importanti come la durata della partita e la divisione della stessa in due tempi.[10] La città di Sheffield pùò essere considerata a tutti gli effetti la madre del calcio moderno dato che, dopo la fondazine del primo club, nella cittadina inglese si giocò la prima competizione di calcio della storia: la Youdan Cup, vinta dall’Hallam FC, il secondo club di calcio della storia.[12] Pochi anni dopo, il 26 ottobre 1863, a Londra venne fondata la Football Association, prima federazione calcistica nazionale che unificò definitavamente il regolamento.[13] Queste scelte posero fine al dubbio che riguardava la parte del corpo con la quale colpire la palla: il nuovo regolamento indicò chiaramente il gioco con i piedi e permise il gioco con le mani solo nel momento in cui era necessario catturare un pallone chiaramente indirizzato in porta, come su un calcio di punizione diretto.[13] Queste regole furono adottate da tutti eccetto che dalla scuola di Rugby, i cui rappresentanti furono chiaramente a favore di un gioco più fisico e che consentisse di toccare il pallone anche con le mani (fondatore di questa consuetudine, secondo la tradizione, fu William Webb Ellis). Si produsse così la divisione che portò alla nascita del rugby, sport che prese il nome dalla scuola che l’ha sviluppato.[11] Nel 1888 si tenne il primo campionato inglese, secondo la formula tuttora in vigore.[13]

Il calcio si espanse a macchia d’olio: in Inghilterra ben presto divenne lo sport per eccellenza della classe lavorativa e non solo di quella benestante, dato che uno sport divertente, semplice e stancante era l’ideale per sfogarsi dopo una settimana lavorativa.[13] Dall’Inghilterra, il calcio moderno venne esportato prima nelle vicine Scozia (1873), Galles (1876) e Irlanda del Nord (1880)[11] e successivamente in tutta Europa o per opera degli emigrati di ritorno dall’Inghilterra stessa (che furono tra i primi a conoscere il football) o su iniziativa degli stessi inglesi che si trovavano all’estero. Furono così fondate le federazioni in Europa e ovunque arrivava il commercio inglese (come Nuova Zelanda e Sud America).[11] Il fenomeno ormai era di dimensioni intercontinentali, e fu necessario adattare le istituzioni calcistiche e chiarire in maniera più dettagliata le regole: in questi anni infatti, continuavano ad esistere svariate interpretazioni del gioco.[11] Anche a questo scopo, nel 1904 si costituì la Federation Internationale de Football Association (FIFA), cui si affiliarono le varie Federazioni nazionali nate nel frattempo.[11]

Mappa che mostra la diffusione del calcio nel mondo. I paesi nei quali il calcio è lo sport più popolare sono in verde, mentre quelli dove non lo è in rosso. Le varie tonalità di colore indicano il numero di praticanti ogni 1.000 abitanti.Attualmente, il calcio si gioca a livello professionistico in tutto il mondo. Milioni di persone vanno regolarmente allo stadio per seguire la propria squadra del cuore, e molte altre guardano le partite in televisione, senza contare l’elevatissimo numero di persone che gioca al calcio a livello amatoriale o per puro divertimento: la popolarità di questo sport è in continua crescita.

Regole [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Regole del gioco del calcio.

Le regole base del calcio sono 17 e sono da applicarsi a tutti i livelli del calcio, anche se sono consentite alcune modifiche per juniores, seniores, le donne o i portatori di handicap, dato che spesso tali norme sono formulate in termini generali e consentono quindi la flessibilità nella loro applicazione a seconda della natura del gioco.

Le prime regole del calcio risalgono all’8 dicembre 1863 quando la neonata Football Association approvò le 14 regole scritte da Ebenezer Cobb Morley durante una riunione alla Freemasons’ Tavern di Londra.[14] Tuttavia alcune squadre non accettarono tali regole, in particolare quelle di Sheffield, che continuarono a giocare con le norme che aveveano introdotto nel 1857. Successivamente fu creata l’International Football Association Board (IFAB), con lo scopo di redigere un unico regolamento per il calcio. All’interno dell’IFAB una proposta per essere accettata, doveva avere i 3/4 del consensi. Gradualmente le regole furono riviste e modificate fino a diventare 17. Nel 1930 le regole furono riviste e riorganizzate da Stanley Rous e rimasero tali fino alla successiva revisione del 1997.[14]

Le regole ufficiali del gioco del calcio (in inglese Laws of the Game, Regole del Gioco) sono pubblicate dalla FIFA,[15] ma ancora oggi gestite dall’IFAB,[16] all’interno della quale, fin dalla sua nascita, una proposta di cambio delle regole deve raccogliere almeno il 75% dei favori per essere approvata.[14] In aggiunta alle 17 regole, contribuiscono a regolamentare il gioco del calcio anche numerose decisioni dell’IFAB e altre direttive.

Scopo del gioco [modifica]
Lo scopo del gioco è di far entrare il pallone (originariamente una palla di cuoio) nella porta avversaria, delimitata da due pali verticali congiunti nella parte superiore da una traversa.

La regola principale che caratterizza e differenzia questo sport rispetto al rugby e alla pallamano è che la palla non può essere toccata o colpita con braccia e mani; per lo più si usano i piedi ma ogni altra parte del corpo è ammessa. Il giocatore deputato al ruolo di portiere è l’unico che può toccare il pallone con le mani, ma solo all’interno della propria area di rigore.[17] Fino al 1912 vigeva la regola che il portiere poteva toccare la palla solo fino all’interno della propria metà campo.[14]

Il terreno di gioco [modifica]
Misure di un campo da calcio Per approfondire, vedi la voce Campo da calcio.

La 1ª regola del calcio stabilisce che il terreno di gioco debba essere un campo di forma rettangolare in erba naturale o sintetica di colore verde, lungo tra 90 e 120 metri (100-130 iarde) e largo tra 45 e 90 metri (50-100 iarde). Per le partite internazionali la lunghezza del campo di gioco deve essere compresa tra 100 e 110 metri (110-120 iarde) e la larghezza tra 64 e 75 metri (70-80 iarde).[18]

Il terreno viene delimitato ai lati da righe larghe al massimo 12 centimetri (5 pollici). Le linee che deliminatano il lato più lungo sono dette “linee laterali”, mentre quelle che delimitano quello più corto “linee di porta”. Viene inoltre tracciata una linea che divide in due metà identiche il campo, detta “linea mediana”.

Sui due lati più corti, al centro della linea di porta, vi sono due porte rettangolari delimitate da due pali e una traversa bianche, le cui misure sono 7,32 metri (8 iarde) di larghezza e 2,44 metri (8 piedi) di altezza. Le porte possono essere munite di reti nella parte posteriore ed esterna al terreno di gioco.[19] Nei pressi delle due porte vengono tracciate l’area di porta e l’area di rigore.

Il pallone [modifica]
Un pallone da calcio Per approfondire, vedi la voce Pallone da calcio.

La 2ª regola del calcio stabilisce che il pallone da calcio debba essere una sfera ricoperta da cuoio o “altro materiale idoneo” con una circonferenza compresa tra 68 e 70 centimetri (27-28 pollici) e un peso compreso tra 410 e 450 grammi (14-16 once).

Deve essere gonfiato con aria a una pressione compresa tra 0,6 e 1,1 atmosfere (600–1100 g/cm², 8,5-15,6 libbre per pollice quadrato) sul livello del mare.[20]

Giocatori ed equipaggiamento [modifica]
La 3ª e la 4ª regola del calcio stabiliscono il numero di giocatori e il loro equipaggiamento.

Ogni squadra è composta da un massimo di undici giocatori (esclusi i sostituti), uno dei quali deve ricoprire il ruolo di portiere. Durante il corso della partita alcuni dei giocatori possono essere sostituiti. Il numero massimo di sostituzioni permesse in partite ufficiali è 3, mentre in partite amichevoli è possibile effettuare un maggior numero di sostituzioni. I giocatori che sono stati sostituiti non possono successivamente tornare in campo.[21] Originariamente le sostituzioni non erano previste nelle partite: se un giocatore si infortunava e non era in grado di proseguire, lasciava la sua squadra in inferiorità numerica. La prima regola in tal senso fu disposta nel 1958, anche se limitava le sostituzioni esclusivamente agli infortuni: potevano essere sostituiti solo il portiere e uno degli altri giocatori in campo solo se impossibilitati a riprendere il gioco.[22] Il numero di sostituzioni, indipendentemente da ruolo e infortuni, salì a due solo nel 1970. Nel 1994 fu aggiunta la possibilità di una terza sostituzione ma solo in caso di avvicendamento del portiere e nel 1995 fu eliminata anche questa limitazione, portando il numero di sostituzioni a 3 indipendentemente dal ruolo.[23]

I calciatori devono indossare: maglietta con maniche, dei pantaloncini, dei calzettoni, dei parastinchi e delle scarpe. È invece vietato indossare o usare altre cose che possano essere pericolose per sé stessi o altri giocatori, come orologi o gioielli. Le maglie indossate dai calciatori devono essere di colore tale da poter distinguere chi faccia parte di una squadra e chi dell’altra.[24] Inoltre i due portieri devono indossare una maglia di colore diverso da quella degli altri giocatori, nonché dalla divisa dell’arbitro.[25]

Direttori di gara [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Arbitro (calcio) e Assistente arbitrale (calcio).
Un arbitro (al centro) con i suoi due assistentiUna partita di calcio viene disputata sotto il controllo di un arbitro, che, come indica la regola 5, ha “tutta l’autorità necessaria per far osservare le Regole del Gioco nell’ambito della gara che è chiamato a dirigere” e le cui decisioni sono inappellabili.[26]

L’arbitro, come prevede la regola 6, è coadiuvato da due assistenti arbitrali e in alcune partite anche da un quarto ufficiale,[27] che, qualora se ne presenti la necessità, può anche sostituire l’arbitro o un suo assistente.[28]

Durata del gioco [modifica]
Secondo quanto indica la 7ª regola del calcio, le partite della variante canonica principale del calcio durano 90 minuti e sono suddivise in due frazioni (dette tempi) di 45 minuti ciascuna, intervallati da un periodo di riposo non superiore ai 15 minuti.

L’arbitro è la persona addetta a controllare la durata della partita e ha la possibilità, a sua discrezione, di concedere un periodo di estensione del tempo di gioco, detto “recupero”, come parziale contropartita al tempo perso per sostituzioni, infortuni o quant’altro si verifichi durante il gioco e sia causa di arresto temporaneo della partita.[29] Nelle partite in cui è presente un quarto ufficiale, l’arbitro lo informa sull’entità del recupero eventualmente concesso e il quarto ufficiale lo segnala al termine di ogni tempo di gioco.[30] Tale segnalazione non è tuttavia vincolante, in quanto il direttore di gara può ulteriormente aumentare il recupero concesso, ma non diminuirlo.[31]

Il tempo di recupero è stato introdotto dopo ciò che successe in una partita del 1892 tra Stoke and Aston Villa. In quella gara, infatti, lo Stoke, che stava perdendo 1-0, aveva conquistato un calcio di rigore a due minuti dalla fine. Ma il portiere dell’Aston Villa, William Dunning, calciò il pallone fuori dal campo e prima che si riuscisse a ritrovarlo l’arbitro fu costretto a decretare la fine della partita, essendo già passato il 90° minuto.[32][33]

Pallone in gioco e non in gioco [modifica]
I palloni A, B e C sono in gioco. Il pallone D, invece, essendo completamente oltre la linea di delimitazione del campo, non è in giocoLa 9ª regola del calcio indica quando la palla è da considerarsi in gioco o meno.

Tutte le linee disegnate sul campo di gioco sono parte dell’area che delimitano. Quindi un pallone che percorre una linea laterale è considerato in gioco, un pallone sulla linea dell’area di rigore è decretato essere all’interno l’area di rigore. In definitiva, il pallone deve superare totalmente la linea laterale o di fondo per essere considerato fuori dal gioco. Se anche una minima parte del pallone non ha oltrepassato la linea, è ancora in gioco.[34]

Lo stesso discorso si applica, come prevede la 10ª regola, per determinare quando sia stato segnato o meno un gol: una squadra realizza una rete quando il pallone ha superato completamente la linea di porta avversaria passando all’interno della porta.[35]

Inizio e ripresa del gioco [modifica]
Calcio di punizione Calcio di rigoreLa partita comincia con il calcio d’inizio, secondo quanto previsto dalla regola 8.[36]

Successivamente, dopo che la partita viene interrotta dall’arbitro, il gioco riprende in uno degli otto metodi previsti, a seconda del motivo dell’interruzione:

Calcio d’inizio: dopo un gol della squadra avversaria o all’inizio di ogni periodo di gioco (regola 8).[36]
Rimessa laterale: quando la palla ha oltrepassato completamente la linea laterale; viene eseguita dalla squadra cui non appartiene il giocatore che ha toccato la palla per ultimo prima che uscisse (regola 15).[37]
Calcio di rinvio: quando la palla, toccata per ultimo da un giocatore della squadra che stava attaccando, ha oltrepassato completamente la linea di fondo senza essere entrata in porta; viene eseguita da uno dei giocatori della squadra che stava difendendo (regola 16).[38]
Calcio d’angolo: quando la palla, toccata da un giocatore della squadra che stava difendendo, ha oltrepassato completamente la linea di fondo senza essere entrata in porta; viene eseguito da uno dei giocatori della squadra che sta attaccando (regola 17).[39]
Calcio di punizione diretto o indiretto: a seguito dell’interruzione di gioco da parte dell’arbitro per segnalare un fallo. Nel caso di ostruzione o gioco pericoloso senza contatto fisico, fuorigioco o infrazioni tecniche (come il portiere che controlla con le mani il retropassaggio di un compagno) viene assegnato un calcio di punizione indiretto: nei restanti casi si parla di calcio di punizione diretto. L’arbitro segnala che il calcio di punizione è indiretto alzando il braccio sopra la propria testa e in tal caso non è possibile segnare direttamente su punizione, cosa invece effettuabile nel calcio di punizione diretto (regola 13).[40]
Calcio di rigore: quando viene commesso nell’area di rigore della squadra difendente un fallo per il quale di solito si assegna un calcio di punizione diretto (regola 14).[41]
Rimessa dell’arbitro: quando l’arbitro interrompe il gioco per qualsiasi altra ragione, come per esempio infortuni seri, interferenze esterne o necessità di sostituire il pallone (regola 8).[42]
Fuorigioco [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Fuorigioco.
Esempio di fuorigiocoLa regola 11 riguarda il fuorigioco. Un giocatore è in posizione di fuorigioco quando “è più vicino alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone, sia al penultimo avversario” e prende parte attiva al gioco toccando la palla, influenzando un avversario o traendo vantaggio dalla propria posizione.[43]

Non è invece in fuorigioco un giocatore che, anche trovandosi nella situazione precedente, è ancora nella propria metà campo oppure riceva palla direttamente da calcio di rinvio, calcio d’angolo o rimessa laterale.[44]

Falli, scorrettezze e sanzioni disciplinari [modifica]
Un fallo viene commesso quando un giocatore, mentre la palla è in gioco, compie una delle scorrettezze elencate nella regola 12.[17] Le infrazioni punibili sono dieci. Sei riguardano azioni di “negligenza, imprudenza o vigoria spoporzionata” e sono:

dare o tentare di dare un calcio a un avversario
fare o tentare di fare uno sgambetto a un avversario
saltare su un avversario
caricare un avversario
colpire o tentare di colpire un avversario
spingere un avversario
È inoltre considerato falloso:

contrastare un avversario entrandovi in contatto prima di guadagnare il possesso della palla
trattenere un avversario
sputare a un avversario
colpire deliberatamente la palla con le mani.[45]
I cartellini giallo e rossoL’arbitro ha la facoltà di punire un calciatore e anche un allenatore o un qualsiasi dirigente presente in panchina, per cattiva condotta, gioco violento o proteste. Il direttore di gara può estrarre il cartellino giallo come ammonizione e il cartellino rosso che comporta l’espulsione del giocatore. Anche un giocatore in panchina può essere punito con i medesimi provvedimenti. Nel caso venga espulso un dirigente o un allenatore, questi viene allontanato dalla panchina senza l’esposizione del cartellino.[46]

L’espulsione può avvenire direttamente per condotta violenta o gravemente sleale, per uso di linguaggio e/o gesti offensivi, ingiuriosi o minacciosi, ancora, in seguito alla seconda ammonizione di uno stesso giocatore (“doppia ammonizione”): due cartellini gialli equivalgono infatti a uno rosso, anche se comminati per motivazioni completamente differenti.[47]

L’arbitro, invece di fermare immediatamente il gioco per ammonire o espellere un giocatore, può anche applicare la cosiddetta norma del vantaggio, facendo proseguire il gioco se si presenta una situazione vantaggiosa per la squadra il cui giocatore ha subito il fallo[48] e comminare successivamente la sanzione discipliare.[49]

Determinazione della squadra vincitrice [modifica]
Una partita di calcio viene vinta dalla squadra che nei 90 minuti di gioco segna più gol di quella avversaria. In caso di uguale numero di reti segnate o se non sono stati realizzati gol, la partita è considerata pareggiata.

In competizioni che prevedano l’eliminazione diretta ed esigono un vincitore della gara, attualmente si ricorre di solito a tempi supplementari (due tempi di 15 minuti ciascuno) e, in caso di ulteriore parità, si passa ai tiri di rigore per stabilire chi accede al turno successivo.[50] Inizialmente in caso di pareggio la squadra qualificata veniva determinata tramite il lancio di una monetina.

Alcune varianti nel meccanismo dei tempi supplementari, introdotte dalla seconda metà degli anni novanta prevedevano:

il golden gol: la prima squadra che segna nei supplementari si aggiudica l’incontro e la partita finisce immediatamente.
il silver gol: la squadra che riesce a terminare in vantaggio il primo tempo supplementare si aggiudica l’incontro senza bisogno di disputare il secondo tempo supplementare;
Queste modifiche regolamentari sono state abolite nel 2004.

Nel caso di partite di andata e ritorno, quando la somma dei risultati delle due gare da un pareggio la squadra qualificata al turno successivo (o eventualmente vincitrice della competizione in caso di finale), può essere determinata con la regola dei gol fuori casa: si qualifica la squadra che ha segnato più gol in trasferta.[50]

Ruoli, moduli e schemi di gioco [modifica]
Per approfondire, vedi le voci Modulo (calcio) e Schema (calcio).
Il portiere, unico calciatore che può giocare il pallone con le maniI ruoli principali del calcio sono 4: il portiere, il difensore, il centrocampista e l’attaccante. Le regole stabiliscono solo che uno dei giocatori debba essere designato come portiere portiere, mentre gli altri ruoli non vengono menzionati.[51]

Compito del portiere è quello di evitare che la propria squadra subisca gol. In questo viene aiutato dai difensori, la cui funzione pincipale è quella di impedire agli attaccanti avversari di segnare delle reti. Infine i centrocampisti fanno da raccordo tra i difensori e gli attaccanti.

Benché i giocatori abbiano solitamente compiti specifici di attacco o difesa non devono necessariamente rimaere sempre nella loro zona di competenza (difesa, centrocampo o attacco), ma è possibile per un difensore partecipare alla fase offensiva o, viceversa, per un attaccante aiutare nella fase difensiva.

Le squadre solitamente vengono disposte in campo secondo alcuni moduli che si sono canonizzati nel tempo e durante lo svolgersi della partita applicano diversi schemi di gioco a seconda dell’interpretazione dell’allenatore o del responsabile tecnico della squadra.

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